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Diventare informatico è il sogni di molti giovani.
Il seguente passaggio riguarda le carriere e le prospettive di vita nell’Informatica: “Chi intraprende questa vocazione come scelta di carriera si troverà a soddisfare le esigenze di ogni tipo di persone per quanto riguarda la compattezza dell’archiviazione dei dati e l’efficienza rispetto ad altre professioni che si occupano di algoritmi matematici di crittografia o cose del genere” (Kierkegaard). La cosa chiave qui però non è solo quanti soldi si possono fare; invece stiamo guardando a qualcosa di più grande di noi stessi – cosa potrebbe fare il nostro potenziale?
Con lo sviluppo sempre crescente delle nuove tecnologie, la professione informatica è anche molto richiesta, e in termini di domanda/ offerta, il settore informatico offre effettivamente buone prospettive a tutte le menti che decideranno di abbracciare questo campo.
L’industria informatica è sempre stata molto richiesta, ma con l’introduzione di nuove tecnologie e strumenti per i professionisti sta diventando un lavoro molto ricercato.I costanti cambiamenti che devono essere fatti dalle aziende al giorno d’oggi significano che non ci sarà mai una fine sul bisogno crescente o sul potenziale di crescita di questo campo, il che ha senso se si pensa a quanti posti di lavoro potrebbero potenzialmente uscire ogni giorno perché così tanto può cambiare durante la notte!
Ma quali sono gli step per diventare informatico di professione?
Il primo passo è conoscere la propria Passione. Il secondo? Affinare le abilità di dattilografia!Uno scienziato informatico ha molti compiti che richiedono una buona conoscenza di vari campi come la codifica, la matematica e altro; ma ciò che rende qualcuno abbastanza qualificato per questa scelta di carriera varia da persona a persona – quindi è importante non solo scoprire dove si eccelle meglio (la propria “abilità naturale”), ma anche esplorare aree al di fuori di questi interessi solo perché potrebbero far scattare l’ispirazione o portare da qualche parte completamente diversa dal previsto…
Non stiamo parlando del famoso ‘cugino bravo che se la cava col PC’; parliamo invece di un percorso professionale estremamente interessante quanto impegnativo. Oggi scopriremo insieme quali sono i passaggi necessari per intraprendere la professione. Senza ulteriori indugi, come si diventa informatico nel 2020?
Prima di tutto, sfatiamo qualche mito. Si crede sempre che l’informatico sia quella figura mitologica che passa le sue giornate smanettando coi linguaggi di programmazione, ma non è sempre vero. Mi spiace deludervi, ma l’informatica ha molto più a che fare con la matematica in senso stretto; vuol dire che il professionista studierà principalmente il sistema di algoritmo, e gli converrà mantenersi sempre aggiornato in materia, per stare al passo con i continui cambiamenti di sistema. Ciò non vuol dire che un informatico non conosca i linguaggi di programmazione, bensì quest’ultima può essere una sua possibile diramazione.
Ogni università ha il suo percorso di laurea in informatica. Come abbiamo già accennato, le materie di studio non riguardano esclusivamente la programmazione, ma scendono più nel dettaglio dell’analisi matematica e algebrica; vengono approfonditi i fondamentali di statistica e probabilità. E se già dal primo anno si affrontano le basi della programmazione, sarà con la scelta dell’indirizzo di studi che si potranno approfondire -e quindi specializzarsi- in un dato settore specifico, fra cui rientra anche la programmazione.
Normalmente, i percorsi di dividono sostanzialmente in 3 indirizzi di studio:
Ma senza laurea si può lavorare ugualmente come informatico? La risposta è sì. In generale, è possibile imparare da autodidatta; ci sono molte dispense, cartacee o non, nonché corsi online da seguire privatamente. Ciò che conta nel CV sono le esperienze professionali, l’importate sarà, perciò, fare molte gavetta.
Sarà necessario acquisire le seguenti competenze, e la vostra carriera da informatico spiccherà il volo:
E se la programmazione è il tuo obiettivo, allora non potrai fare a meno di conoscere i social network, o un blog. Non parlo solo dell’utilizzazione ultima delle chat, ma dell’algoritmo (guarda un po’) che esiste dietro. Quando, seduto al tuo bel colloqui di lavoro, il recruiter ti chiederà se conosci i social network, non straniarti; vuole sapere se sai come funzionano gli algoritmi che ne stabiliscono il funzionamento. Esempio al volo, prendiamo i grandi colossi di Facebook e Instagram; funzionano per algoritmo, ma ne hanno due diversi, che ne determinano un andamento diverso. Ma questa è un’altra storia.