Cos’è il disaster recovery: OVH in fiamme

Uno dei maggiori datacenter europei è andato ieri in fiamme. Un’ala di OVH è bruciata tra le fiamme e numerosi dati sono stati perduti. Tutti coloro che non avevano elaborato un piano di disaster recovery potrebbe aver perso tutto!

Questa l’ultima notizia che riguarda il datacenter di Stransburgo OVH. A bruciare tra le fiamme sono numerosi set di dati. Uno scenario che difficilmente viene previsto, ma che in realtà dovrebbe essere contemplato all’interno di un buon disaster recovery plan.

Un piano di disaster recovery è un documento che fornisce informazioni su come la vostra azienda continuerà le sue operazioni in caso di emergenza. Include non solo i dipendenti, ma anche gli appaltatori terzi che lavorano per l’azienda, come i tecnici di riparazione dei computer o gli autisti dei servizi di consegna – chiunque abbia connessioni dirette con voi attraverso relazioni costruite nel tempo nel loro posto di lavoro.


Lo scopo di avere questo tipo di politiche è duplice: in primo luogo aiutano a prevenire perdite devastanti assicurando che tutti i sistemi essenziali rimangano funzionanti durante i periodi in cui potrebbero esserci interruzioni (come i disastri naturali); in secondo luogo, se qualcosa dovesse andare storto con uno o più pezzi della nostra infrastruttura, si spera che sapremo già quali sono i passi successivi da compiere in modo che nulla venga colto alla sprovvista!

Come può accadere un simile evento? A spiegarlo è stato un esperto di datacenter, Zanforlin: “I datacenter sono progettati seguendo le direttive di affidabilità e tolleranza che vengono dettate da chi li commissiona. All’interno del piano di progettazione ci sono specifiche che riguardano livelli di ridondanza e affidabilità, e il datacenter viene progettato seguendo queste indicazioni che non sono uguali. Non tutti i datacenter sono costruiti allo stesso modo

OVH in fiamme: perché?

 Il datacenter OVH è una piattaforma commerciale. Per questo motivo contiene al suo interno dei container server di alta densità. Ciascuno di essi ha una potenza molto elevata, il che significa che possiede moltissima energia che tende a volersi sprigionare. Inoltre, spiega Zanforlin che, sempre più di frequente vi è l’idea di possedere diversi datacenter delocalizzati, ciascun con livello di protezione più basso. Meglio essere dotati di tanti nodi nevralgici di media protezione piuttosto che di un unico datacenter.

In ogni caso, il materiale costitutivo dei container di OVH ha preso fuoco in tempi molto rapidi. Le fiamme hanno completamente deformato il metallo e l’incendio, essendosi propagato con velocità massima è stato difficile da domare.

Chi gestisce un datacenter dovrebbe prevedere la possibilità che un simile episodio avvenga. Per questo motivo è necessario stilare un disaster recovery plan. Ciascun proprietario di datacenter dovrebbe utilizzare misure preventive in tal senso scegliendo di gestire al meglio i dati. Ecco allora che risulta importantissimo predisporre un adeguato disaster recovery plan. Ma di cosa si tratta?

Disaster recovery: cos’è?

E’ un approccio scelto da un’organizzazione per ripristinare l’accesso ai propri dati nel caso di eventi disastrosi. Esso consiste in un piano basato sulla replica dei dati e sull’elaborazione informatica in una posizione off-premise. Ciò significa che, qualora una calamità naturale o un disastro umano dovessero danneggiare un datacenter, un’organizzazione avrà la possibilità di recuperare i dati. Quindi, un’azienda potrà recuperare i dati persi accedendo ad una seconda posizione, ove sarà disponibile un backup dei dati. Si tratta di una misura preventiva molto importante per un’azienda.

Diversi tipi di disaster recovery:

disaster recovery
  • Backup: misura che prevede il salvataggio dei dati in un altro sito o su un unità rimovibile
  • Cold site: configurazione di una seconda infrastruttura di base che potrà divenire centro nevralgico operativo di un’azienda nel caso in cui ci sia un disastro
  • Hot site: misura che permette di disporre di una doppia copia di tutti i dati
  • (DRaaS): un provider DRaaS trasferisce l’elaborazione informatica di un’organizzazione sulla propria infrastruttura cloud. In questo modo sarà possibile continuare a lavorare
  • Copie point-in-time: sono delle copie dell’intero database effettuate in un determinato momento. Un tipo di backup che può essere facilmente ripristinato

Vantaggi di un piano di disaster recovery

  • Ripristino dei dati veloce
  • Risparmio sui costi nel caso di eventi disastrosi

Noi di Securityhost disponiamo di un disaster recovery plan. Abbiamo predisposto diversi disaster recovery in altrettanti server volti a prevenire eventuali situazioni dannose o catastrofiche elaborando misure preventive in diverse parti del mondo.

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